P. 2 – La casa centrale

La casa centrale, anche detta casa dei bevitori, rappresenta l'abitazione meglio conservata finora rinvenuta a Broglio, e senza dubbio uno dei complessi più interessanti della protostoria dell'Italia meridionale. La casa fu costruita nel Bronzo recente, all'interno di un gradone di terrazzamento già realizzato per edificarvi le capanne nel Bronzo medio (1700-1350 a.C.). La pianta era a ferro di cavallo, con la porta a Est e l'abside a Ovest. La porta era preceduta da una soglia lastricata in pietrame; il pavimento di terra battuta si trovava a quota più bassa di essa, leggermente seminterrato. Le pareti erano di canniccio intonacato di argilla, steso tra i montanti perimetrali, costituiti da robusti pali piantati nel terreno a circa 3 metri l'uno dall'altro; quasi a metà della casa, due pali interni poggiati su pietre piatte sostenevano il tetto. La zonafuoco era vicina al centro, e comprendeva una piastra di focolare in argilla battuta e un piccolo forno fisso.

P. 3 – Il magazzino dei cinque dolii

Il magazzino consiste in una piccola stanza rettangolare, di circa 6x3 metri, interrata su tutti i lati, come una vera e propria cantina. L'ingresso era posto sul lato ovest, ed era seguito da una rampa fortemente inclinata, che permetteva facilmente lo spostamento dei beni da ricoverare o da trasportare all'esterno. Al suo interno erano posti 5 grandi dolii, integri e rovesciati su un fianco, disposti “a U”: si tratta di grandi giare prodotte a Broglio, in argilla depurata e lavorate al tornio, che per tecnologia e -in parte- stile rinviano a prototipi egei.

P. 4 – La forgia ferraia

Ricostruzione di una scena di lavoro dei fabbri di Broglio, visti dall’alto. Fino a epoca romana, le forge rimasero installate a terra, in pozzetti simili al nostro, dove un inserviente forzava l’aria dai mantici per innalzare la temperatura e dai quali il mastro ferraio estraeva le barre di ferro grezzo per lavorarle incandescenti sull’incudine. A differenza del rame o del bronzo (la lega rame + stagno), infatti, il ferro non poteva a quel tempo essere fuso, e bisognava raffinare i blumi estratti dal minerale tramite cicli ripetuti di riscaldamento e martellatura.

P. 6 – Il belvedere

Dalla ricostruzione della casa centrale, il percorso prosegue fino al belvedere superiore. Dal belvedere lo sguardo spazia da Trebisacce a oltre Cariati senza soluzione di continuità.

P. 8- Le fortificazioni dell’acropoli

L'acropoli, centro politico del villaggio e sede delle famiglie più importanti, le quali vi abitavano con i loro parenti e clienti più prossimi, era difesa da robuste fortificazioni, poste alla base del pendio, almeno dall'età del Bronzo finale in poi, fino alla conquista greca (dal 1200 al 720 a.C. circa).

P. 9 – Fornaci ceramiche sperimentali

I forni a doppia camera, introdotti alla fine del Bronzo medio (1350 a.C. circa) per le produzioni derivate dall’Egeo (ceramica grigia,italo-micenea, pithoi), nei quali i vasi da cuocere vengono posti sopra un piano forato (per far passare l’aria calda) sostenuto da muretti,mentre la combustione avviene all’imboccatura della camera inferiore, con legname da fiamma aggiunto continuamente per mantenere la temperatura.